Lavoro

Cosa fa un Head Hunter e Perché è Importante per le Aziende

Limitandosi alla traduzione in italiano di Head Hunter, ovvero cacciatore di teste, si ottiene soltanto una piccola parte del reale significato che questo ruolo detiene nel settore del recruiting.

Questa figura professionale, invece, si occupa di ricercare i migliori talenti da proporre alle aziende, agli enti ed alle istituzioni che necessitano di coprire alcuni posti vacanti o di trovare persone qualificate per nuovi progetti.
Un head hunter può essere ingaggiato e lavorare in modo diretto per un’impresa, o collaborare esternamente come libero professionista con partita IVA.
Ci si può rivolgere anche a società specializzate in head hunting come Oktopous.

Vediamo, dunque, più da vicino chi è, cosa fa e perché è così importante.

Head hunter: chi è e di cosa si occupa questa figura professionale

Questa figura professionale, nata in Inghilterra e affermatasi nel nostro Paese a inizio anni Novanta, ha acquisito ulteriore importanza con la nascita dei social network.

Come già accennato, si occupa della ricerca di personale specializzato e con esperienza da presentare alle aziende che ricercano ruoli dirigenziali o manageriali di alto livello. In questi casi, viene sempre richiesta la selezione di profili che conoscano il settore di riferimento e che abbiano ottime competenze trasversali.

Nei riguardi delle persone a cui viene offerta la posizione lavorativa, l’head hunter si occupa di presentare la proposta in maniera stimolante sia in ambito economico che di crescita professionale. Una parte fondamentale è stimolare la sua curiosità, così che sia sicuro di cambiare azienda o, in alcuni casi, vita.

Il compito di scovare nuovi talenti dal mercato del lavoro non è sicuramente semplice e richiede delle skill specifiche, oltre che un’accurata analisi e un processo di selezione dettagliato.

Ecco perché l’head hunter, prima di procedere, deve aver ben chiaro quali sono le precise caratteristiche che un’azienda ricerca, il tipo di lavoro proposto e le competenze che il profilo deve possedere.

Questo è il modo migliore per poter far combaciare la ricerca con le persone contattate. Per l’azienda, il grande vantaggio è risparmiare sia tempi che denaro, ottenendo una risorsa già pronta a svolgere a meglio la mansione.

Cosa differenzia un head hunter da un recruiter?

Queste due figure professionali, sebbene facciano parte del settore delle risorse umane, presentano sostanziali differenze.

Una di queste è che il recruiter si interfaccia con persone che ricercano lavoro e che possono essere più o meno in possesso di specializzazioni specifiche. L’head hunter, invece, mira a trovare un profilo che corrisponda a quelle qualifiche e livello di esperienza che l’azienda ricerca.

Inoltre, il reclutatore si muove anche tra profili che abbiano la capacità di occuparsi di vari aspetti e responsabilità aziendali, mentre l’head hunter è un vero e proprio scopritore di talenti.

Nonostante siano differenti, queste due figure professionali sono determinanti nell’influenzare l’employer branding.

L’approccio tecnico e strategico utilizzato dall’head hunter nel processo di ricerca e selezione

Stabilito come il processo di ricerca e selezione tra recruiter e head hunter sia diverso, vediamo quali sono le strategie e gli strumenti utilizzati nell’head hunting.

Il primo passo è quello di affidarsi ai contatti esistenti. Un head hunter, infatti, ha sempre una rete già esistente in cui privilegia la qualità, piuttosto che la quantità. Avere la possibilità pescare da una lista di conoscenze fidate vuol dire poter contattare professionisti qualificati con i quali ha avuto già opportunità di lavorare.

Si tratta, di certo, di un grande punto di partenza. Altro step fondamentale è acquisire esperienza nel settore del cliente per il quale si lavora. Un head hunter, infatti, è in un certo senso obbligato ad avere competenze avanzate, in modo da potersi approcciare in modo adeguato ai profili senior, evitando di perdere tempo con figure che millantano competenze e conoscenze che, in realtà, non posseggono.

Questa necessità fa sì che l’head hunter lavori in verticale, approccio che gli permette di trovare sempre i profili desiderati.

Costruire una relazione con i candidati è anche fondamentale. Questa si realizza in anticipo e serve a comprendere le reali capacità di chi si ha di fronte. Tale aspetto è di aiuto sia all’head hunter, ma anche alla persona che cerca lavoro, che sarà di certo interessato al ruolo proposto, dato che il suo profilo è stato analizzato con cura.

In soccorso dell’head hunter, negli ultimi anni, sono arrivati anche i social network. Questi strumenti, in particolare LinkedIn, svolgono un ruolo determinante in questo ambito.
Si tratta di piattaforme in cui le persone condividono tanto di se stessi, comprese le opinioni. Questo è il motivo per il quale gli head hunter devono avere la capacità di interagire con i candidati anche attraverso questi canali.

Soprattutto quando ci si trova a interfacciarsi con candidati che, in quel momento, non sono in cerca di nuove opportunità, l’incontro dal vivo può risultare determinante.
Tale approccio è, di certo, molto più efficace rispetto agli altri, anche perché permette di mettere a proprio agio la persona che si ha di fronte, trasmettendogli fiducia ed empatia. Inoltre, l’head hunting avrà maggiori possibilità di capire se potrebbe essere interessato a ricoprire la posizione proposta.

Il grande vantaggio per le aziende: l’head hunter migliora l’employer branding

Un head hunter che svolge al meglio la sua mansione dà alle aziende l’opportunità di migliorare l’employer branding di un’azienda.

Questo aspetto non è di poco conto, dato che ogni step realizzato da tale figura professionale avvantaggio il branding, aiutando a creare un’immagine più solida di un’azienda, che verrà percepita dai futuri candidati con un luogo ideale in cui lavorare e dare il meglio di sé.

Tale filosofia, poi, genera una sorta di circolo vizioso e di passaparola positivo. Più
un nuovo talento sente parlare bene di un’impresa, più avrà voglia di puntare ai posti lavorativi proposti, anche quando non viene attivamente contattato dall’head hunter.

Quest’ultimo, dunque, ha un compito fondamentale e dal valore enorme: trasmettere una percezione positiva del ruolo e dell’azienda.